Queste patologie colpiscono davvero in maniera così prevalente il sesso femminile?
Quanto è importante giungere a una diagnosi puntuale del "tipo" di disturbo alimentare? Dietro i cosiddetti "nuovi sintomi", c'è veramente la spinta di Thanatos, la "pulsione di morte", come afferma parte della clinica psicoanalitica contemporanea?
Sono realmente efficaci, in questi casi, le terapie cognitivo-comportamentali?
Il testo, tra riferimenti artistici e letterari e frammenti di storie di pazienti, conduce il lettore in un itinerario, che a partire dal mito classico, attraversa anche i tanti luoghi comuni - i falsi miti - che oggi caratterizzano la maggior parte delle convinzioni e delle ipotesi su anoressie e bulimie.
In quest'ottica non vi è solo il tentativo di ridimensionare molte delle "fantasie" che ruotano attorno al mondo dei cosiddetti disturbi del comportamento alimentare (DCA), ma sul filo della psicologia analitica e archetipica, si tenta di comprendere il senso e la necessità proprio di quelle immaginazioni: di ricondurle cioè nell'ambito della capacità creativa della stessa psiche che le ha generate.